lunedì 26 luglio 2010

PROPOSTA PER UN’EXPO 2015 GRATUITA E MONDIALE

Il masterplan per l’Expo 2015, previsto secondo gli intendimenti dell’Expo a sostegno della soluzione del problema della fame nel mondo, potrebbe essere ancor più valorizzato se, alla proposta di realizzare terreni coltivabili al pianterreno del territorio preso in considerazione, questi stessi appezzamenti coltivabili potessero essere continuati in una visione non avveniristica ma di assoluta attualità in complessi abitativi attrezzati d’obbligo con orti privati, accessibili essi stessi e le abitazioni relative non più da scale ma da rampe che, snodandosi per l’intero complesso, formano del complesso stesso una città che, pur essendo su diversi piani, sia percorribile come se fosse a pian terreno. Progetti di questo tipo di città li abbiamo visti esposti a Pechino, Tokyo e nella stessa Milano al Castello Sforzesco.
In questo modo è possibile una convenzione tra EXPO e proprietari dei terreni sui quali lo stesso masterplan è stato immaginato. Le finalità di tale convenzione sono: da una parte quella di permettere ai proprietari dei terreni di poter immediatamente usufruire di una volumetria costruibile e vendere già sulla carta, dall’altra la possibilità per l’EXPO di realizzarsi senza spendere una lira in un complesso che, attraverso la nuova città a venire, possa diventare una delle più importanti EXPO.
A questo va aggiunto che, per quanto riguarda le abitazioni dei coltivatori ospiti dell’Expo, queste non dovranno più essere costruite nei vari appezzamenti per poi essere, a fine Expo, demolite, bensì potranno essere previste nel complesso immobiliare stesso e, a Expo ultimata, rimanere a disposizione dei proprietari.

Guglielmo Mozzoni

1 commento:

Anonimo ha detto...

All’origine dell’attuale situazione di stallo delle iniziative di EXPO sono infatti la carenza di fondi da parte del Comune e il timore, forse più politico che ecologico, di promettere volumetrie che l’opinione pubblica potrebbe giudicare “speculative”.

La realizzazione di un progetto come la “città ideale”, da parte dei proprietari delle aree garantiti dalla possibilità di avviare da subito l’iniziativa, consentirebbe al Comune di assicurare anche nel dopo-EXPO una edificazione di contenuto impatto ambientale ed assolutamente innovativa dal punto di vista urbanistico.

Si avrebbe così la possibilità per l’EXPO di realizzarsi senza spendere una lira e lasciare la nuova città a venire come simbolo di una delle più importanti EXPO.

Lorenzo Greppi