mercoledì 15 dicembre 2010

CITY LIFE: architettura e urbanistica. (Lettera all'editore della rivista "L'Architetto Italiano")

In attesa di una risposta dall'editore Carlo Mancosu, pubblichiamo quanto scritto alla rivista "L'Architetto Italiano".

Ho letto sulla Sua rivista, l’Architetto Italiano, l’articolo sui cosiddetti grattacieli di City Life “dritto, storto e curvo”.
Ho apprezzato molto l’educazione con cui è stato scritto l’articolo, ma l’educazione non deve arrivare a non dire per compiacimento quello che va detto. Difatti nell’articolo non è detto esplicitamente che quei grattacieli offendono i principi e la missione dell’architettura, che è l’arte dell’abitare.
Un architetto che sia davvero tale non può prescindere dal considerare, prima di tutto, questa etica nel giudicare qualsiasi edificio. Gli edifici proposti per City Life sono, per delle persone normali, letteralmente inabitabili e valgono soltanto per far parlare di sé.
È molto facile confondere l’architettura con la scultura, che può essere un debito ornamento per la città. Ma è proprio qui che un giudizio di un architetto non deve lasciarsi prendere la mano. Il fatto che l’architettura, arte di abitare, possa essere adornata da sculture, o pitture, o anche musica, è un fatto che è stato ripetuto nella storia, ma è stato valido soltanto quando questo ornamento non pregiudicava il modo di abitare. Colonne e capitelli, dorici o corinzi, usati appunto come decorazione, non hanno mai disturbato l’abitazione; sono stati sempre assieme a statue, a inferriate, a serramenti di ogni tipo, soltanto come abbellimento della città: un abbellimento come può essere in una donna un orecchino, una collana, un braccialetto, un anello, una giarrettiera. Cioè l’architettura può contenere in sé abbellimenti ornamentali di ogni genere, fino ad arrivare ad essere una scultura essa stessa, ma non lo può fare se crea disagio all’abitazione, se rende difficile la vita, creando difficoltà di accessi, pericoli di respirazione, vertigini e impossibilità di dialogo.
Proprio in una città ben venga la scultura, ma deve essere scultura fine a sé stessa, e cioè di curiosità, godimento e soddisfazione del cittadino che passa per strada. Non deve mai essere confusa, come purtroppo ha voluto confondersi nei progetti di City Life.
A tutto questo va aggiunta una cosa ancora più importante: il problema e la soluzione dell’urbanistica, della quale l’architettura è soltanto un piccolo particolare. Oggi al mondo non esiste un’urbanistica adeguata alle grandi scoperte e relative invenzioni della fine del 1800 e principio del 1900. Nonostante la scoperta dell’elettricità e l’invenzione della lampadina, che ha sostituito la candela, l’invenzione della vaporiera che ha sostituito i cavalli con l’acqua calda, la scoperta del petrolio e l’invenzione dell’automobile, che ha sostituito anch’essa i cavalli con il motore a scoppio, l’invenzione dell’aeroplano e, incredibile ma vero, della telematica, l’urbanistica attuale è ancora quella di Giulio Cesare.
Il primo cosiddetto grattacielo è stato costruito a New York alla fine del 1800, e agli architetti del primo 1900 non è sembrato vero di poter usare tale modo di costruire con tali possibilità di altezza. Ma questi architetti, io compreso, non hanno lontanamente immaginato cosa sarebbe stato lo sviluppo dell’automobile e dell’aviazione. Quando io ho progettato per la prima volta un grattacielo, in via Imbonati a Milano, in Italia esistevano 20 mila automobili e, quelle poche che servivano le abitazioni del grattacielo, stavano comodamente sul perimetro del grattacielo stesso; oggi di automobili, in Italia, ce ne sono più di 60 milioni e sotto il perimetro del grattacielo non ci stanno più.
Il grattacielo ha determinato un’epoca interessantissima, ma oggi rappresenta esclusivamente un esibizionismo strutturale, peggiorativo al massimo, per la sua possibilità di costruire in altezza, della vecchia e ancora oggi incredibilmente usata urbanistica di Giulio Cesare.
Probabilmente un altro articolo sulla Sua prossima rivista, dimostrativo della inopportunità economica e abitativa dei grattacieli “dritto, curvo e storto”, potrebbe influire sulla possibilità per lo meno di correggerli, facendo ragionare gli attuali acquirenti. Chi ha la stupidità di acquistare tali appartamenti, fa anche fare una figura ridicola a Milano e ai milanesi, che, pur di assomigliare a chi vive a Dubai, si assoggetta a spendere 10 volte di più di quello che sarebbe il costo normale pur di far finta di vivere come quelli di Dubai o di Las Vegas.
Sperando di leggere un articolo in proposito sulla Sua prossima rivista, e che si presenti un’occasione per conoscerLa, Le porgo i miei saluti.

mercoledì 10 novembre 2010

AREA EXPO: PROPOSTA DI VARIANTE AI P.R.G. VIGENTI NEI COMUNI DI MILANO E RHO

La Città Ideale: OSSERVAZIONI
Proponiamo qui di seguito la nostra osservazione che sarà presentata entro il 18 Novembre (termine previsto) al Comune di Milano.

L’evento Expo, fino ad oggi immaginato intelligentemente per contribuire a risolvere la fame nel mondo, arrischia di diventare una cosa ridicola o, peggio, di speculazione, se l’impianto previsto per ospitare le 180 Nazioni con l’impegno, da parte loro, di coltivare ognuna la coltivazione delle loro terre in uso, finisce col finire dell’esposizione universale. Ha senso invece soltanto se continua in modo che veramente possa servire per il futuro. Nel caso in cui le Nazioni invitate non intendessero continuare, il terreno coltivabile resterebbe a disposizione per qualsiasi azienda agricola.
Si osserva quindi che, non ottemperando a quanto richiesto con questa nostra osservazione, e cioè che quanto allestito nei terreni previsti per l’Expo non finisca quando finisce l’esposizione ma continui, comunque agricola, nel tempo, l’amministrazione comunale di Milano subirà l’onta di aver buttato via irresponsabilmente soldi dei cittadini e di aver esclusivamente favorito le imprese costruttrici e gli attuali proprietari dei terreni, cambiando loro la destinazione da agricola a residenziale.
Si ritiene giusto che certi terreni, previsti nel PRG attuale come agricoli, possano per un evento inimmaginabile allora, diventare i più idonei per l’installazione Expo, e quindi il PRG stesso possa essere rivisto e corretto in forza di un evento straordinario che, se continuato dopo l’Expo ne possa continuare il valore, come continua il valore della Tour Eiffel a Parigi e della Galleria del Sempione a Milano; non si può invece ammettere che i soldi dei cittadini vengano buttati via per costruire manufatti che, con altrettante spese, saranno da demolire.
Dato che, attuando quanto richiesto dall’Expo, si devono prevedere, oltre ai terreni a coltivo, capannoni per esposizione dei prodotti e abitazioni per tutte le Nazioni conduttrici della parte agricola, per un totale di circa 2.000 persone, si potrebbero prevedere tali strutture in un complesso unico sospeso, dove sarebbero riservate volumetrie gratuite come dovuto compenso ai proprietari dei terreni, dopo la riqualifica del Piano Regolatore Generale. Tale complesso, sfruttando le tecnologie moderne e costruendo tanto in altezza che in larghezza, lascerà anche il terreno sotto di sé libero e potrà determinare un esempio di urbanistica nuova, adatta a risolvere i problemi scaturiti dalle scoperte del primo ‘900 e le relative invenzioni. In questo modo si eviterebbe anche di costruire le case al di là del canale navigabile, che necessiterebbero di continui servizi di attraversamento.
E’ interessante notificare anche quanto l’ing. Antonio Migliacci, uno dei maggiori strutturisti del mondo, dice a proposito del progetto “Città Ideale di Guglielmo Mozzoni”, che propone a soluzione del progetto per l’area Expo per risolvere la fame nel mondo.


mercoledì 13 ottobre 2010

Al blog di Beppe Grillo

Da un blog a un altro...

L’Associazione Amici della Città Ideale si è rivolta ieri al blog di Beppe Grillo, inviando la seguente comunicazione, a firma dei membri in calce.

EXPO 2015: LO SCANDALO
L’Associazione Amici della Città Ideale, presieduta dall’architetto Guglielmo Mozzoni, noto personaggio nell’ambito professionale e in quello della guerra di Liberazione, è composta da un gruppo di cittadini che da anni si riuniscono regolarmente a Milano per riflettere e confrontarsi su temi quali il futuro della democrazia in relazione alle possibilità di democrazia diretta, e vari problemi di attualità italiani e milanesi.
In quest’ultimo anno l’Associazione si è occupata in particolare dello scandalo Expo 2015, formulando una propria proposta trasmessa a più riprese alle amministrazioni competenti e descritta sul nostro blog (http://cittaideale-gm.blogspot.com/).
Sulla base di esperienze diverse, la nostra e la Sua, possiamo trovare una confluenza nel denunciare LO SCANDALO EXPO 2015, nel quale interessi privati vengono perseguiti a danno di interessi pubblici.
Se questo sarà possibile ci potremo anche incontrare presso la nostra sede, in Milano C.so Venezia n.20.

Fiorella Basile, Silvia Basso, Lorenzo Degli Esposti, Alessandro Ferrara, Giorgio Galli, Gaetano Parmeggiani, Sergio Rossi.

LETTERA al Sindaco del Comune di Milano Dott.ssa Letizia Moratti

La Città Ideale: LETTERE inviate alle amministrazioni

Lettera scritta in data 12 Ottobre 2010

L’articolo apparso sul Corriere della Sera di oggi sancisce lo scandalo: cosa pensa Ella che possano pensare i milanesi in buona fede di un’Expo che si riduce non solo a cambiare la destinazione di terreni agricoli in residenziali, ma in più dotando loro di tutte le infrastrutture, tra l’altro progettate per un’urbanistica assolutamente sorpassata?
Non so cosa possa pensare il Sindaco di Milano…sono certo, però, di quello che pensano i cittadini milanesi, soprattutto quelli al corrente della nostra proposta da tempo a Sue mani.

LETTERA al Sindaco del Comune di Milano Dott.ssa Letizia Moratti e p.c. c.d.a. della Società di Gestione EXPO (Soge)

LETTERE inviate alle amministrazioni

Lettera scritta in data 07 Ottobre 2010

La presunta intesa tra i responsabili dell’evento EXPO 2015, così come si legge sui quotidiani, lascia più che mai perplessi i milanesi, che possono intendere la situazione ancora incerta, a questo punto a causa dell’ambiguità dell’inutile e costoso lavoro effettuato dalla SOGE per oltre due anni, e che naturalmente incolpano prima di tutti Letizia Moratti, nella sua duplice responsabilità di Sindaco di Milano e di massima responsabile della gestione EXPO.
Una soluzione che potrebbe non solo salvare ma magnificare il comportamento di Letizia Moratti Bricchetto, esponente tra l'altro di onorevoli famiglie milanesi, sarebbe quella di adottare la proposta degli Amici della Città Ideale, che dopo essere stata presentata ormai da 2 anni in Comune, è stata recentemente formulata in "istanza", in data 27 ottobre 2009, e riaffermata con lettera consegnata in data 09 settembre 2010. La proposta descritta nella lettera, che prevede di preservare la destinazione agricola durante e dopo l’evento, concentrando le volumetrie in altezza in un unico punto, oltre a dissipare qualsiasi dubbio sulla correttezza di chi ha manovrato fin’ora la questione EXPO, risolverebbe la questione terreni EXPO, senza spendere un euro da parte del Comune, della Provincia e della Regione: soldi che, gira e rigira, sono tutti, sempre e comunque, soldi nostri.
La validità della proposta, da un punto di vista legale, è stata confermata dallo studio degli avvocati Origoni Della Croce, dallo studio dell’avvocato Zanzi per la parte amministrativa, e dallo studio dell’avvocato Briola per la parte penale, i quali restano eventualmente a disposizione.
Questa proposta potrebbe essere considerata più coerente, dopo due anni di lavoro, rispetto all’altra, comunque valida ma forse tardiva, dell’architetto Boeri, che prevede di spostare la collocazione del quartiere EXPO nelle aree dell’Ortomercato.

LETTERA al Sindaco del Comune di Milano Dott.ssa Letizia Moratti e p.c. c.d.a. della Società di Gestione EXPO (Soge)

LETTERE inviate alle amministrazioni

Lettera scritta in data 04 Ottobre 2010

Esclusivamente per confermare la lettera consegnatavi in data 10 Settembre 2010 a mia firma, e per permettere una soluzione che deve essere immediata, faccio anche presente che, per l’attuazione di quanto detto nella lettera stessa, si può benissimo prescindere dai terreni di proprietà Cabassi, che rappresentano solo 1/3 dei terreni a coltivo, recuperabili facilmente nell’edificio previsto come città collinare, occupante soltanto 50.000 mq, e che, per di più, rappresenterebbe un’urbanistica che acconsenti a qualsiasi abitazione di avere uno spazio coltivabile privato; questi terreni resterebbero inoltre sempre agricoli, anche dopo la fine dell’Expo.
Si può prescindere in quanto: o le società facenti capo ai Cabassi vengono comprese nel masterplan per l’area Expo e compensate in volumetria reperibile e accordabile nel suddetto edificio, oppure non se ne fa uso e rimangono con la stessa destinazione agricola né più né meno di come resteranno tutti gli altri appezzamenti previsti assegnati ai Paesi espositori.
Soltanto interessi occulti personali o privati potrebbero ostacolare la presente proposta, che risolverebbe la realizzazione dell’Expo senza spendere una lira, in quanto chissà quanti imprenditori desidererebbero partecipare ad una gara d’appalto per un simile edificio, sapendo di poterne godere la proprietà senza pagarne il costo del terreno, e lasciando un segno imperituro dell’intelligenza di Milano.
Gli attuali proprietari, amministrazioni e società pubbliche e private, resterebbero ugualmente, per la loro parte, proprietari dell’edificio, che offre la possibilità di accontentare tutti, attuali proprietari delle aree e costruttori, grazie all’abbondante volumetria realizzabile con la città collinare che, in definitiva, resterebbe parte in mano ai privati e parte agli enti pubblici.
I disegni della città collinare sono a disposizione presso l’Associazione “Amici della Città Ideale” da me presieduta, sita in C.so Venezia n.20, Milano.

LETTERA al c.d.a. della Società di Gestione EXPO (Soge) e p.c. al Sindaco del Comune di Milano Dott.ssa Letizia Moratti

LETTERE inviate alle amministrazioni

Lettera scritta in data 08 Settembre 2010

Leggo sul Corriere della Sera-Milano di oggi l’articolo “Terreni Expo, rilancio sulla Fiera”, dove è detto che venerdì p.v. il consiglio di amministrazione dell’Expo discuterà il rinnovo dell’incarico a due dei tre progettisti del masterplan per l’Expo.
Ritengo che sia una grande occasione per correggere, appunto, il masterplan vigente in modo che Milano possa avere un’Expo degna del suo nome. È un’occasione fortuita, dovuta alle dimissioni dell’architetto Boeri, e che può permettere di prendere in considerazione la proposta di cui alla istanza presentata dall’avvocato Briola in data 27/10/2009.
La proposta per correggere il masterplan vigente è esposta nel blog http://cittaideale-gm.blogspot.com/
e, a buoni conti, la riscriviamo:
“Il masterplan per l’Expo 2015, previsto secondo gli intendimenti dell’Expo a sostegno della soluzione del problema della fame nel mondo, potrebbe essere ancor più valorizzato se, alla proposta di realizzare terreni coltivabili al pianterreno del territorio preso in considerazione, questi stessi appezzamenti coltivabili potessero essere continuati in una visione non avveniristica ma di assoluta attualità in complessi abitativi attrezzati d’obbligo con orti privati, accessibili essi stessi e le abitazioni relative non più da scale ma da rampe che, snodandosi per l’intero complesso, formano del complesso stesso una città che, pur essendo su diversi piani, sia percorribile come se fosse a pian terreno. Progetti di questo tipo di città li abbiamo visti esposti a Pechino, Tokyo e nella stessa Milano al Castello Sforzesco.
In questo modo è possibile una convenzione tra EXPO e proprietari dei terreni sui quali lo stesso masterplan è stato immaginato. Le finalità di tale convenzione sono: da una parte quella di permettere ai proprietari dei terreni di poter immediatamente usufruire di una volumetria costruibile e vendere già sulla carta; dall’altra la possibilità per l’EXPO di realizzarsi senza spendere una lira in un complesso che, attraverso la nuova città a venire, possa diventare una delle più importanti EXPO. Guglielmo Mozzoni”

p.s.: il progetto di cui alla proposta è da intendersi esclusivamente come omaggio da parte di cittadini milanesi; esclusivamente nel caso di realizzazione potranno essere presi accordi per partecipazioni a prestazioni professionali inerenti la direzione lavori.

mercoledì 28 luglio 2010

STATO AVANZAMENTO LAVORI EXPO 2015

Ancora oggi dalla cronaca di Milano i cittadini sono informati che nulla è stato deciso per quanto riguarda gli accordi tra amministrazione Expo e proprietari dei terreni. Quindi la proposta avanzata su questo blog del 27.07 u.s è ancora valida.
A questo punto essa potrebbe più facilmente arrivare in porto se venisse conosciuta da entrambe le parti, amministrazione Expo e proprietari dei terreni.
Nel caso in cui nessuno degli interessati legga questo blog, chissà mai che qualcuno, amico di Milano, leggendolo, ne possa poi parlare amichevolmente sia ai proprietari delle aree sia agli amministratori dell’Expo.
Dato che la fortuna sembra che sorrida agli uomini di buona volontà, tutto è possibile.

Guglielmo Mozzoni

martedì 27 luglio 2010

STATO AVANZAMENTO LAVORI EXPO 2015

Si decide sullo stipendio del nuovo amministratore delegato…speriamo non sia doppio anche per lui!
Questa è l’unica certezza, tutto il resto è ancora vago.
Per quanto riguarda la proposta dell’amministrazione Expo che gli attuali proprietari delle aree cedano i loro terreni assieme al versamento di 200 milioni di euro, il risultato sarebbe questo: per l’amministrazione Expo la possibilità di realizzare infrastrutture che, eseguite secondo il masterplan, condizionerebbero per sempre un’urbanistica assolutamente sorpassata, quindi tutti soldi buttati via; per i proprietari delle aree attendere di poter investire soltanto a Expo ultimata.
Si ritiene a questo punto molto più vantaggiosa per entrambi (amministrazione Expo e proprietari) la soluzione esposta nel nostro blog il 26 luglio u.s., cha dà la possibilità all’amministrazione Expo di avere l’intera realizzazione gratuita e ai proprietari di poter cominciare anche subito a vendere sulla carta, impegnandosi esclusivamente per il periodo Expo a concedere l’uso temporaneo di una parte del costruito.
Le cose semplici, però, non si prestano a interessi molteplici, e probabilmente questa proposta non sarà accolta proprio perché semplice e chiara.

Guglielmo Mozzoni

lunedì 26 luglio 2010

PROPOSTA PER UN’EXPO 2015 GRATUITA E MONDIALE

Il masterplan per l’Expo 2015, previsto secondo gli intendimenti dell’Expo a sostegno della soluzione del problema della fame nel mondo, potrebbe essere ancor più valorizzato se, alla proposta di realizzare terreni coltivabili al pianterreno del territorio preso in considerazione, questi stessi appezzamenti coltivabili potessero essere continuati in una visione non avveniristica ma di assoluta attualità in complessi abitativi attrezzati d’obbligo con orti privati, accessibili essi stessi e le abitazioni relative non più da scale ma da rampe che, snodandosi per l’intero complesso, formano del complesso stesso una città che, pur essendo su diversi piani, sia percorribile come se fosse a pian terreno. Progetti di questo tipo di città li abbiamo visti esposti a Pechino, Tokyo e nella stessa Milano al Castello Sforzesco.
In questo modo è possibile una convenzione tra EXPO e proprietari dei terreni sui quali lo stesso masterplan è stato immaginato. Le finalità di tale convenzione sono: da una parte quella di permettere ai proprietari dei terreni di poter immediatamente usufruire di una volumetria costruibile e vendere già sulla carta, dall’altra la possibilità per l’EXPO di realizzarsi senza spendere una lira in un complesso che, attraverso la nuova città a venire, possa diventare una delle più importanti EXPO.
A questo va aggiunto che, per quanto riguarda le abitazioni dei coltivatori ospiti dell’Expo, queste non dovranno più essere costruite nei vari appezzamenti per poi essere, a fine Expo, demolite, bensì potranno essere previste nel complesso immobiliare stesso e, a Expo ultimata, rimanere a disposizione dei proprietari.

Guglielmo Mozzoni

mercoledì 30 giugno 2010

PGT di Milano

Riflessioni sul progetto per Milano presentato dall'associazione AUFO al Politecnico di Milano il giorno 16/06/2010, per la formulazione di osservazioni al PGT di Milano.

A completamento delle notizie apparse sui quotidiani nelle ultime due settimane, si espone l'articolo seguente, probabilmente pubblicato.

SALVIAMO IL CASTELLO SFORZESCO DALLA DISTRUZIONE

Stante il silenzio-assenso dell’amministrazione, il nostro Castello è in pericolo!
In seguito al protocollo di una DIA relativa alla costruzione del più “imponente grattacielo della storia” (si veda l’articolo di Teresa Monestiroli pubblicato in data 17giugno2010 su La Repubblica Milano), un’idea provocatoria dell’associazione AUFO - Architectural & Urban Forum (diretta da Lorenzo Degli Esposti, Paolo Lazza e Stefano Antonelli) potrebbe diventare realtà. Fortunatamente, complice la crisi globale e del settore edilizio in particolare, il magnate russo Roman Abramovich ha declinato, per ora, il suo impegno finanziario. AUFO si è quindi dedicata ad un diverso progetto, intitolato Aequus Actor (operatore equo), relativo agli scali ferroviari ed alle caserme in dismissione nel comune di Milano, virando da intenti provocatori ad intenti concretamente propositivi.
In seguito a questo mutamento di rotta, gli sforzi di AUFO si sono congiunti con quelli dell’associazione “Amici della Città Ideale” presieduta dall’architetto Guglielmo Mozzoni, nell’ideazione della proposta “MilanoStadtKrone2030” (corona della città di Milano), attualmente esposta al Politecnico di Milano, insieme ai due progetti precedenti, fino al 30 giugno.
Il progetto “MilanoStadtKrone2030”, è nella forma di osservazione al PGT in adozione da parte del comune di Milano, che prevede l’insediamento di 300.000 nuovi abitanti per la città. In considerazione del fatto che Milano sta perdendo residenti da alcuni decenni, come dimostrano gli innumerevoli cartelli affittasi e vendesi sparsi per tutta la città, questa ipotesi insediativa proposta dall’amministrazione è una necessità o un obiettivo strumentale? Ammesso e non concesso che la carica dei 300.000 sia necessaria, si pongono due interrogativi molto preoccupanti nel nostro contesto socio-politico. Primo interrogativo: dove mettere i 300.000? Escludendo di rendere ancora più caotico il centro urbano, pare inevitabile l’obiettivo dichiarato dal PGT di trasformare le periferie in nuove “centralità identitarie”. Che poi questo obiettivo sia perseguibile o meno tramite lo strumento del PGT si vedrà. Secondo interrogativo: ma questi 300.000…da dove verranno? Certamente non saranno quelli che sono scappati alla ricerca di prezzi più accessibili e di una migliore quotidianità. Da dove verranno dunque? E soprattutto, come saranno accolti? Speriamo che di questi tempi valga ancora il detto “Milan col coeur in man”.
Il progetto MSK riguarda l'istallazione nel territorio milanese di 12 oggetti archi-urbani lungo la cintura ferroviaria e di ulteriori 3 sul sistema delle tangenziali milanesi in prossimità dei nodi di Rho-Pero, Sesto San Giovanni e San Donato Milanese. Uno degli insediamenti è la Città Ideale dell’architetto Mozzoni, illustrata da un punto di vista strutturale nel convegno dello scorso 16 giugno presso il Politecnico di Milano dal prof. Antonio Migliacci, che ha evidenziato come “per gli aspetti strutturali, la soluzione costruttiva a forma sferica dà luogo a numerosi vantaggi: consente di avvicinarsi al meglio al regime di sole sollecitazioni assiali nelle membrature, in virtù dell’azione esercitata dai paralleli sui meridiani; può dare luogo al migliore comportamento sotto le azioni laterali del vento (di qualsivoglia direzione) e del sisma; proprio avendo la felice dislocazione dei volumi e dei pesi a metà dell’altezza, consente il miglior comportamento in fase di costituzione (per il trasporto dei materiali) e in esercizio (per le alimentazioni in verticale); consuma il minor territorio alla sua base, pur ampliata con un necessario disco d’appoggio. A questi vantaggi strutturali si possono sommare inoltre indubbi vantaggi energetici”.
Le nuove forme di urbanità interpretano gli obiettivi di principio del PGT (strategia di densificazione e di crescita della città nella città) sondandone le potenzialità più radicali: innovative relazione tra oggetto architettonico, contesto urbano e infrastrutture sono analizzate e progettate alla ricerca di nuove modalità di vita urbana basate sulla sinergia tra l’uso del mezzo di trasposto pubblico e di quello privato.
Gli oggetti archi-urbani ad alta densità sono connessi e integrati mediante due nuove linee metropolitane, sopraelevate su infrastrutture esistenti. Discostandosi da quanto previsto dal PGT, che prevede di utilizzare l’attuale cintura ferroviaria completandone il tratto mancante con una metrotranvia, la Circle Line del progetto MSK viaggia in sede propria, in elevazione sulla ferrovia esistente, con evidente risparmio di costi e di suolo rispetto ad una soluzione interrata. Pur saldando un debito causato da cinquant’anni di programmazione della mobilità urbana su ferro in tracciati radiali, la Circle Line è necessaria ma comunque non sufficiente a sostenere gli obiettivi di crescita della città.
Per questo il progetto MSK affianca alla Circle Line un’ulteriore linea denominata Triangle Line, una metropolitana veloce che potrà connettere Rho a Linate/San Donato, via Sesto San Giovanni, in elevazione sulle tangenziali esistenti. La nuova Triangle Line, sinergica con il sistema su gomma, sostituisce la proposta del Maxi-Tunnel avanzata dal Comune di Milano e mette a sistema i tre aeroporti di Malpensa, Orio e Linate, per formare un inedito hub aeroportuale lombardo: gli attuali aeroporti si configureranno come i terminal di una nuova struttura che alla competizione sostituirà l’integrazione. Al contempo la Triangle Line sposterà il baricentro logistico ed infrastrutturale della metropoli milanese verso nord, dove storicamente l’urbanizzazione si è maggiormente diffusa, evitando che la sola Circle Line confermi l’attuale assetto concentrico della città.
Si evince dunque come queste due metropolitane proposte siano valide e auspicabili anche senza ipotesi di crescita della popolazione della città, in quanto migliorerebbero sensibilmente la mobilità urbana e faciliterebbero la connessione di Milano alle relazioni a grandi scale. Il ruolo di Milano nel suo territorio e nelle sue relazioni internazionali potrà finalmente essere sostenuto da un anelato sentimento di appartenenza e da un rinnovato respiro cosmopolita.
In accordo con lo scopo sociale delle associazioni AUFO e Amici della Città Ideale, in favore dello sviluppo dello spirito critico e della partecipazione propositiva dei cittadini, vi invitiamo a visitare la mostra al Politecnico di Milano allestita nello spazio mostre Guido Nardi - via Ampére 2, e a proporre i vostri suggerimenti, anche scrivendo ai seguenti indirizzi email: info@aufo.it; mozzoni@cittaideale.it.


Guglielmo Mozzoni
Lorenzo Degli Esposti

lunedì 24 maggio 2010

2010

Quanto scritto sul mio Blog dal 2007 non ha avuto fortuna contro l'incalzare di City Life, che oggi sta seriamente minacciando la salute pubblica di Milano. Non mi resta che rivolgermi ai milanesi avvertendoli di quello che sta succedendo e che succederà se non reagiranno.
Comincio con questo articolo (nel post precedente) contro alcuni aspetti della City Life.

CITY LIFE & C.

L’intenzione e la strana formazione di un Archistar minaccia la vita di Milano.

Da quando è nata City Life gli Architetti veri si sono domandati cosa sarebbe successo se i progetti dei cosiddetti Archistar sarebbero stati realizzati. A prescindere dal fatto che un Architetto agisce su commissione e quindi anche la commissione di City Life stupisce per la disinvoltura con la quale un giorno ammette per lo stesso progetto uffici e l’altro giorno abitazioni, è offensivo che il cosiddetto Archistar proponga di trasformare l’arte dell’architettura, che è “l’arte di abitare”, in manifestazioni estemporanee completamente in contrasto con un’abitazione comoda e serena.
La fantasia può arrivare all’idiozia soltanto se non fa del male agli individui; difatti essa può arrivare a forme stravaganti e creare mondi surreali solo come oggetti che non danneggino l’abitare, cioè opere che non hanno niente a che vedere con l’architettura ma possono essere solo ad ornamento dell’urbanistica, cioè soltanto come oggetto unicamente visivo e non abitabile.
Il fatto che il cosiddetto Archistar possa approfittare dell’Amministrazione committente, aumenta ancora di più il disagio del cittadino che si vede accogliere dall’Amministrazione Comunale la beffa dell’Archistar.

E' molto facile per gente in buona fede prendere per oro colato quello, che in fatto di programmazione, possa dire qualsiasi Archistar. Ritengo quindi inutile fare critiche sui progetti, che o belli o brutti, che intelligenti o meno, che economicamente sostenibili o no, non minacciano l’incolumità dei cittadini. Speriamo altresi', che possano ugualmente avere l’effetto desiderato. Quello che non è ammissibile è il fatto di approfittare della benevolenza patetica del cittadino, per condannarlo a vivere pericolosamente e malamente, solo per il desiderio di un archistar che ha voglia di far parlare di se'. Mi riferisco in particolare al grattacielo nato storto e rimaneggiato in soluzioni diverse fino ad arrivare alla forma di uno stivale al rovescio con un enorme piede sospeso nel voto. Spero che questo malaugurato progetto sia condannato da una parte dell'ordine dei medici per quanto riguarda l’insopportabilità nervosa dell' individuo, e dall’altra da strutturisti onesti che non si adattino a calcolare strutture di ingente ed inutile costo.
Sarebbe già qualche cosa ma resta comunque triste che come programma urbanistico dell'avvenire l’Amministrazione Comunale abbia scelto di vivere un po’ sotto terra e un po’ sospesi nel voto, con scarsissime possibilità di salvarsi in caso di incendi o imprevisti, e di avere l’automobile che oggi è parte di noi stessi, posteggiata sotto terra a chilometri di distanza dall'abitazione.
Scrivetemi in proposito, rispondendo a questo articolo.